Il marketing contro i social: a chi servono oggigiorno?
Se il marketing fosse una singola cosa, sarebbe difficile potersela immaginare. La sua natura è quella di frammentarsi, specializzarsi, scomporsi e ricomporsi a incastro perfetto con le sue branche sorelle. E così è la situazione delle piattaforme dove è possibile dedicarsi al marketing. Tra questi frammenti, che così piccoli non sono, esistono i grandi elementi social che sono stati messi in discussione dai più importanti e autorevoli luminari della materia. Del resto, il brand vive e si nutre di relazioni, ed è da lì che bisogna ripartire.
A dire queste cose è Seth Godin, scrittore statunitense e massimo esperto di marketing, autore di 18 best seller tradotti in oltre 35 lingue. Qualche giorno fa in Italia è uscito “Questo è il marketing”, di Roi Edizioni, che è già un best seller in America per il Wall Street Journal, Amazon e NY Times.
Secondo il suo punto di vista, questo è il momento giusto per far scendere i brand dalla giostra dei social media, che va sempre più veloce per poi, però, non arrivare mai da nessuna parte. Bisogna interrompere lo spam senza tregua di prodotti che disturbano i newsfeed degli utenti, credendo che la pubblicità sia sempre la benvenuta. Ecco, è questo l’errore: non lo siamo quasi mai! In una fase di repentini cambiamenti storici, il social è una scorciatoia che non funziona più come magari solo 5 anni fa si sarebbe pensato. Adesso è arrivato il momento di concentrarsi sull’autenticità che passa imprescindibilmente dalle esperienze. E qui casca l’asino.
A meno che il tuo social non stia vendendo macchinari per attaccare i bottoni alle camicie, è molto probabile che faccia appello alle emozioni per riuscire a fare breccia nella sua clientela.
Queste frasi sono state estrapolate dall’intervista che Seth Godin ha rilasciato al Sole 24 Ore in occasione dell’uscita del suo libro, e fanno pensare a un nuovo modo di concepire il marketing, finalmente una volta per tutte libero dalla dittatura degli algoritmi, il quale punta invece sulla nicchia che vale.
Stando a quanto dichiarato nella sua intervista, il marketing si trova a un punto molto particolare della sua esistenza. Adesso, non si tratta più di rubare l’attenzione della gente per riuscire a venderle qualcosa. Nient’affatto. Dopo cinquant’anni di questa strategia, le persone si sono desensibilizzate al modello, e le pubblicità hanno sottratto l’attenzione e gli investimenti a ciò che invece davvero conta: la solidità del brand. L’approccio vincente anche per i media e che ha prosperato nella montatura pubblicitaria, nell’imbroglio e nella pressione – ecco, questi tempi sono finiti. Occorre lasciarseli alle spalle una volta per tutte.
La nuova era è quella in cui gli annunci non sono il driver, ma il prodotto stesso è il marketing. E l’attenzione, guadagnata senza truffe e baruffe, è il sale dell’attività.
Come si può ottenere un simile risultato dopo cinquant’anni di marketing fatto tutto in un altro modo? Secondo Seth, è necessario ascoltare davvero, e provare a capire ciò di cui la società ha realmente bisogno. È quindi necessario porsi in maniera credibile, autorevole, onesta e coerente verso il pubblico. Una narrativa che non è per tutti, ma che riesce ad attrarre un numero inaspettatamente alto di utenti. Chi cerca il consenso generale finisce per collocarsi al centro della curva, arrivando a compromessi sgradevoli come l’essere troppo generalisti per riuscire ad accontentare tutti, ma proprio tutti, fino a raggiungere compromessi d’immagine che intaccano inevitabilmente la credibilità del brand. L’alternativa è fare qualcosa di cui valga la pena parlare.
I social, dunque, non sono più idealizzati al massimo come un mezzo efficace per ottenere marketing di massa a basso prezzo. Non è mai stato così e non lo diventerà presto. I social sono strumenti limitati che, stando a Seth, non ci rendono nemmeno felici. La verità è che alcuni brand continuano ad affidarsi a loro per vendere, e in realtà stanno affondando lentamente nella melma.
Dimentichiamoci le campagne pubblicitarie: perché il concetto stesso di campagna implica che stai manipolando l’attenzione per vendere qualcosa. Occorre che le aziende imparino a dire: «Abbiamo strumenti e leve per servire al meglio le persone, aiutandole in modo diverso». L’idea di scarsa attenzione implica la necessità di realizzare prodotti e servizi di valore e la corsa nel costruire reti. Le aziende noiose si interessano alle vendite, quelle umane sono interessanti e attirano spontaneamente l’utenza.
Il marketing di oggi è formato da una moltitudine di profili ibridi, che si pongono tra l’analisi, la comunicazione, la traduzione di realtà complesse e molto altro. Il tema è difficile e contemporaneo, ma vale la pena notare che le 500 aziende più influenti al mondo sono anche più grandi di qualsiasi altra nazione. Sempre più aziende prendono marginalmente il tema del loro prodotto e si interessano invece con più sprint a temi di connessione, civiltà e impegno sociale. Non pensiamo che sia filantropia: è nel loro pieno interesse parlare di questi argomenti.
Dunque, per concludere, Seth afferma che l’abilità più importante per lavorare nel marketing oggigiorno è quella dell’empatia, ovvero la capacità di vedere gli altri per ciò che sono veramente e di cogliere in loro ciò che sognano di essere. Se vuoi operare con efficacia nel marketing, hai bisogno di buttarti nel mercato e imparare che non sei un ingranaggio da oliare, ma un frammento dell’insieme che può essere indispensabile. E da qui, il marketing che genera coraggio.
Voi che ne pensate?
Potresti essere interessato anche a:
Quattro Paesi, un unico gigantesco Oceano: il caso CMAR
È il corridoio marino del Pacifico tropicale orientale: Panama, Ecuador, Colombia e Costa Rica alleati per la tutela di mari e specie marine...
Losanna, sulle tracce dell’inquinamento: storia di un inceneritore
Un team di scienziati ha ricostruito le vicende del termovalorizzatore del Vallon e della contaminazione invisibile che ha sconvolto il Canton Vaud
In che modo l’ambiente determina le peculiarità del formaggio
La degustazione evidenzia come, a regole di produzione invariate, clima e colture foraggere influenzino note organolettiche differenti
Innosuisse ha centrato gli obiettivi 2023 di innovazione in Svizzera
Stanziata la cifra record di oltre 490 milioni di franchi per compensare la mancata associazione al noto programma Orizzonte Europa della UE